Ducati Panigale V2: Una superbike in formato mignon: giusto equilibrio tra prestazioni, potenza e comfort

TESTER – Maria Vittoria aka Donna de Furesta

Che anche la Ducati si stia destreggiando da qualche anno nel mondo dei 4 cilindri comincia ad essere una certezza e questa scelta di mercato è oramai consolidata vista l’ampia gamma che ad oggi ci viene proposta nei concessionari della casa di Borgo Panigale.

Eppure, nonostante le grandi novità proposte, è chiaro che la casa bolognese non intenda lasciare la fetta di mercato acquisita sulle bicilindriche, rimanendo fedele ad una vision che negli anni è diventata il suo marchio di fabbrica, attraverso un susseguirsi di cilindrate intermedie proposte sullo storico modello Panigale. 

Consapevoli quindi dell’ampia gamma a nostra disposizione io e Clara, la mia collega “gratta-saponette” (con la quale avevo avuto modo di condividere nel 2017 l’esperienza della 20.000 Pieghe, insieme ad un team tutto al femminile in sella alle piccole BMW G310r), ci accingiamo ad inoltrarci nei meandri del Ducati Factory Store di Bologna, adiacente all’Headquarter bolognese, infilando le nostre tute in pelle in pieno stile Donneinsella.

Sia chiaro: in questo posto ogni cosa – a partire dai cordoli d’ingresso nel parcheggio – è tinta di rosso e ogni dettaglio trasuda da tutti i pori l’essenza di una tradizione motoristica di significativo spessore. Fermarsi a Borgo Panigale, anche solo per una visita veloce, è come fermarsi in un luogo sacro: rappresenta un’esperienza ascetica, ai confini con il mistico. A dire il vero nel mio caso, considerata la mia nota passione per le case costruttrici tedesche e giapponesi, è stato come se un Cristiano si accingesse a visitare un tempio buddhista-tibetano: massima curiosità, grande ossequio e profondo rispetto. Ergo, low-profile al massimo! ?

Tirata su la zip, pronte per noi nel parcheggio si stavano già scaldando due moto diametralmente diverse tra loro: ci presentano quindi una fiammante Panigale V2, ad oggi la sorella minore della pluri-blasonata Panigale V4 ed ultima arrivata della serie di “Panigaline” di cilindrata inferiore (i.e. 899 e 959), ed una Streetfighter V4, incoronata (non a caso) ad Eicma 2019 la “Moto più bella del Salone” – merito anche di quelle ali biplano ai limiti dell’erotico ed importate dalla cugina supersportiva – che con quel propulsore Desmosedici tuonava anche solo da ferma. 

Il mio destriero per questa giornata di test è la piccola Panigale bicilindrica che mi si presenta con un’estetica molto accattivante ispirata parzialmente alla sorella maggiore V4, da cui riprende i fari full led e la nuova strumentazione TFT da 4,3’’ (grande, forse, tanto quanto il televisore di casa mia). Pollice bene bene in alto!

In termini di potenza, mi dicono aver guadagnato quei 5 cv aggiuntivi rispetto alla versione 959 cc, portandosi a quota 155 cv per 200 kg. Prezzo per il modello provato pari ad euro 17.990 (penso, quasi “economico” rispetto ad analoghi segmenti di mercato, andando a considerare anche i dettagli tecnici con cui la stessa è equipaggiata).

Dopo un breve briefing con la mitica Ketty, responsabile dello Store oltre che appassionata incallita, pistaiola e vera e propria icona per noi motocicliste, delle 3 mappe a disposizione (Street, Race e Sport) opto per settarmi sulla configurazione Sport: quindi, prima in giù e direzione colli bolognesi (e qui “50 Special” di Cremonini sotto il casco ci stava tutta).

Già dopo i primi chilometri nell’hinterland urbano del bolognese, non posso non osservare da subito la comodità nella posizione di guida, merito dell’ampliamento della sella, della giusta apertura dei semimanubri e del posizionamento delle pedane leggermente arretrate; elementi questi che di fatto non costringono i miei 186 cm ad appollaiarsi sulla moto come un fenicottero in posizioni contorte e poco confortevoli.

Una volta iniziata la salita verso il primo passo di montagna, percorse le prime curve ho modo di cominciare a testare i comandi elettronici: si sente immediatamente la presenza del comando ride by wire, il cui risultato risulta essere un’erogazione fluida e relativa riduzione dell’effetto “on-off”, che su strada tutto sommato è una caratteristica più che confortevole. 

La piccola bicilindrica spinge decisa ma senza quella brutalità che connotava le altre 1000 bicilindriche: la potenza è giusta, moderata soprattutto per chi vuole affrontare la strada con un certo sprint ma senza avere troppa aggressività nel motore. Mi sembra di viaggiare fluida ma veloce, senza mai tuttavia sentire quel bisogno di stringere le ginocchia al serbatoio o aggrapparmi ai manubri perché la moto sembra essere fuori controllo.

Prendo confidenza e, nei limiti di una prova su strada, comincio a sentire un sistema di frenata graduale (Engine Brake Control Evo), un traction control non troppo invasivo ed il cambio quick shift bidirezionale che funziona agevolmente sia a salire che in scalata. Certo, penso, provare tutti questi controlli in fondo alla San Donato sarebbe stata tutta un’altra storia ma – per ora – mi faccio bastare la prova su strada. ?

Dopo scarsi venti minuti di test, inizio a sentire uno strano rumore ogni volta che porto la moto in piega in curva…riprovo su un’altra curva e quel rumore si ripresenta. Presto un po’ più di attenzione e… mi accorgo che le mie saponette stanno grattando felici mugugnando con quel rumore godurioso che ogni motociclista vorrebbe sempre sentire! 

Questa moto ha una ciclistica fotonica, mi urlo dentro il casco! Precisa al millimetro nell’inserimento di curva, facile da direzionare e/o correggere in traiettoria e nei cambi di direzione a fronte di buche, brecciolino vario, sassi, gatti o altri ostacoli di qualsivoglia natura (a Bologna, mio malgrado, non ci sono orsi come a casa mia in Abruzzo ma da una parte è meglio così). E le Pirelli Diablo Rosso Corsa II con cui è equipaggiata di serie si dimostrano delle alleate prestanti ed affidabili.

In conclusione, la Ducati Panigale V2 rappresenta il giusto compromesso tra prestazioni, potenza ed agilità; la moto perfetta per chi ha voglia di mantenere un approccio sportivo anche su strada, seppur facendo qualche chilometro in più. È una supersportiva in formato “mignon”, facile ed intuitiva, per nulla scorbutica, che ti permette di entrare in confidenza con la guida sportiva senza avere il timore di non essere all’altezza di una 1000cc. Capace di far divertire il motociclista della domenica, così come il pistaiolo più incallito.

Infine, per quello che riguarda quelle caratteristiche che una donna come me andrebbe a guardare, lasciatemi dire che la piccola Panigale è come un bellissimo paio di Christian Louboutin: esteticamente bellissima, dal design sempre innovativo e compatto; quel genere di oggetto che, quando ci vai in giro, ti fa sentire osservata, ammirata e – a tratti – invidiata. 

Mi sentirei di consigliarla indubbiamente a chi possiede già un’esperienza comprovata sulle due ruote, perché questo genere di moto aiuta tutti noi a ricordare di non guardare esclusivamente al numero di cavalli o alla maxi-cilindrata per avere una buona prestazione ma spesso basta il giusto equilibrio. Allo stesso modo, è la moto ideale anche per chi viaggia su un’altezze inferiori ai miei 186 cm, considerato il peso e la facilità nella ciclistica.

Insomma, da qualunque punto di vista, la piccola Panigale V2 non vi deluderà.