Maurizio Vitali, ex pilota, Responsabile Racing Service AGV.
Incontro Maurizio all’interno del truck Dainese, una sorta di museo viaggiante dove si possono ammirare le tute ed i caschi utilizzati dai piloti di oggi e di ieri, intento nella preparazione del casco di Valentino.
Maurizio, come si prepara un casco per la Moto Gp? Una volta indossato, il nostro obiettivo è che crei zero problemi al pilota, nulla deve distoglierlo dalla guida, semplicemente non ci deve più pensare. Tutto è studiato nei minimi dettagli sulla base delle condizioni climatiche e delle personali esigenze di chi lo indosserà. “Quindi?” Quindi si parte dal casco di serie top gamma e si riadatta a seconda della conformazione del viso (partendo dalle 4 calotte di base si aggiungono o si tolgono le imbottiture), del tempo previsto, della temperatura, se bisogna inserire il camelbak o meno (nella gobba della tuta è previsto uno spazio per contenere mezzo litro d’acqua) e, in ogni caso prevediamo 4 visiere a diverso livello di oscuramento.
E continua, inoltre l’ultimo modello andava benissimo a livello di aerodinamica ma creava qualche problema di appannamento, fattore che, al di là dei trattamenti antifog è condizionato dal sistema di ricircolo interno dell’aria messo poi a punto nella galleria del vento. Ho provato vari modelli anche di altre aziende che già a 160 Km/h avevano un effetto vela incredibile. Con quest’ultimo nostro modello abbiamo raggiunto un livello di qualità elevatissima, il riciclo d’aria dal musetto alla visiera adesso è perfetto.
Abbiamo anche progettato uno spoiler nuovo, al momento non senti la differenza ma quando ti fermi il collo è decisamente meno affaticato.
Anche perché quando esci dalla curva alla velocità di 300 km orari e sei coperto dalla carenatura sei come fermo, ma nel momento in cui alzi la testa è come sbattessi contro un muro, se non sei pronto il collo va indietro e …voli via!
Quali piloti seguite al momento? Nella Moto Gp 4: Iannone, Valentino, Paul Espargaró, Miller. Ognuno ha a disposizione 4 caschi per ciascuna gara. “E poi cosa se ne fanno?” Beh, Vale per esempio tiene tutto a casa fin dai tempi delle minimoto. Praticamente ha un museo privato a casa. Poi abbiamo parecchi piloti nella Moto 2 e nella Moto 3 tra cui Bulega, che di norma usano i caschi di serie… solo quando portano a casa il risultato montiamo anche a loro qualche particolare accorgimento studiato per i big!
Allora capiamo di più di queste super star: Che preferenze hanno?
Valentino vuole quasi sempre il camelbak più che altro per bagnarsi le labbra non per bere.
Espargaró invece non lo ha neanche mai provato, Hyden usa sempre la visiera chiara, al massimo livello 2 e poi Miller, un vero pilota vecchio stile! Sempre e solo visiera scura e di bere chissenefrega, quando mi fermo ci penso!
Torniamo un attimo a Vale. Come, quando e soprattutto chi, decide le grafiche dei caschi speciali pensati per le tappe italiane? Sembrerà strano, ma il tutto accade solo una settimana prima della tappa, anche perché per scaramanzia farlo prima porterebbe male! Quindi Vale assieme ad Aldo Drudi, designer famoso nel settore, si mettono a tavolino e lo decidono. Subito dopo viene dato il disegno a Davide Degli Innocenti che lo dipinge a mano (tipo 3 giorni senza dormire!) ed è pronto giusto in tempo.
Curiosità. Lo sapevate che in gara anche se comincia a piovere, si può cambiare moto ma non casco?!