Tour della Francia: Gole del Verdon, Provenza, Camargue

1° Giorno: Verso il Col di tenda (km 520)

Col di Tenda

Il Col di Tenda è un passo al confine tra Italia e Francia che collega le Alpi Liguri con le Alpi Marittime. Nonostante non sia una passo particolarmente elevato tra quelli italo-francesi (1.871 m s.l.m.) è una tappa della vecchia Via del Sale ritenuta d’obbligo soprattutto dai motociclisti appassionati di off, oltre che per i suoi splendidi panorami  per i suoi ben 46 tornanti (!) di stretta strada a fondo sterrato .

E’ possibile bypassare il passo e rimanere tranquillamente sulla SP 20, imboccando, poco dopo Limone Piemonte, il tunnel di oltre 3 km di lunghezza, uscendo sulla la statale francese D62204.

Il primo giorno è di avvicinamento; 500 km di noiosa autostrada, ma l’entusiasmo è alle stelle e ci aiuta a sopportarne la monotonia. Arriviamo al confine tra Piemonte e Francia che è già sera. L’idea è di “svalicare” al mattino successivo attraverso il Col di Tenda, uno tra i pochi passi aperti del periodo; siamo a fine Maggio e la maggior parte dei passi tra Italia e Francia sono ancora inagibili causa neve.

Sono le 19.00 e siamo ai piedi del Colle; secondo i piani dovremmo recarci in campeggio, piazzare la tenda e ripartire l’indomani con tutto il giorno davanti. Ma il tempo è bello e il passo invoglia, sembra fatto a posta per motociclisti amanti dei tornanti.

“Ma sì, dai, proviamo a salire ora …”.

La salita è divertente, la strada strettina, asfaltata,  tutta tornanti… e il paesaggio è fantastico .

Ora però l’ultimo tratto è sterrato, non particolarmente impegnativo a dir la verità per una moto da fuoristrada … però dimentico sempre che la mia moto è una stradale! “Vabbè dai, andiamo pianino”  😉

Con grande stupore ci troviamo di fronte a una frana che ci impedisce di scendere lungo il percorso tutte curve che tanto ci aveva ispirati guardando le cartine stradali, e forse è anche un bene visto lo stato in cui si trova il primo tratto, tra buche, sterrato e asfalto disastrato.

SCHEDA TECNICA (salita al Col di Tenda – versante italiano)

  • Altitudine

    1.871 m s.l.m.

  • Lunghezza percorso

    8 km

  • Strada

    Strada stretta, ripida, 12 tornanti secchi

  • Fondo stradale

    Asfalto non in perfette condizioni, tratti sterrati non semplicissimi per moto stradali

  • Difficoltà

    Media

Tips

Informarsi sempre, anche d’estate, sull’apertura o meno dei passi montani, che potrebbero, nonostante la stagione, essere ancora chiusi per neve, frane o altro (vedi Tour de France o Giro d’Italia)

2° Giorno: Col di Tenda, Route de la Roya, Col de Turini (120 km)

Col de Turini

Il Col di Turini è un passo delle Alpi Marittime francesi che collega Lantosque, nella valle Vesubia, a Sospello, in val Bevera. Con i suoi 1.604 m s.l.m. risulta essere il punto più alto tra Moulinet e La Bollène-Vésubie.

Il Col de Turini distribuisce i suoi numerosi tornanti lungo un percorso di circa 15 chilometri, con una pendenza del 7%, adatto agli appassionanti della guida in montagna.

È famoso anche per essere una importante tappa del Monte Carlo Rally, un tempo notturna, e del ciclismo, essendo stato per ben tre volte sede di una tappa del Tour de France.

Il maltempo continua, noi siamo fradici, e con noi tenda, abbigliamento moto, borse, …

Un caffè per svegliarci e un tè per riscaldarci e poi decidiamo comunque di scendere lungo il versante italiano, asciugarci da qualche parte e valutare il da farsi.

Caricate le moto sotto il diluvio universale e percorso un tratto di strada che era ormai diventata un “torrente fangoso” ci dirigiamo verso Limone Piemonte (paese  con enormi  edifici disabitati che ricordano i fasti dei tempi passati).

Una volta asciutti e rifocillati riprendiamo il nostro viaggio in direzione Sospel, passando stavolta attraverso il tunnel del Col di tenda. Attraversiamo il Parco nazionale del Mercantour passando per la caratteristica Vallèe della Roya, scendiamo attraverso piacevoli tornanti verso Sospel, poi svoltiamo a destra direzione Moulinet, facendo una breve sosta sotto in ponte della caratteristica NotreDame de la Menour, una piccola Cappella costruita su un costone roccioso al di sopra delle gole del Bevera. Il posto merita una sosta con breve passeggiata fino alla chiesetta da cui si può godere un bel panorama sulla sottostante vallata.

SCHEDA TECNICA – Salita al Col de Tourini

  • Altitudine

    1610 s.l.m.

  • Lunghezza percorso

    15 km

  • Strada

    Pendenza del 7%, parecchi tornanti

  • Fondo stradale

    Abbastanza buono

  • Difficoltà

    media (adatto a chi è abituato a guidare sui tornanti di montagna)

Tips

Prima di avventurarsi a fare libero campeggio far sapere innanzitutto prima a qualcuno dove si è diretti, non fidarsi delle condizioni meteorologiche, assicurarsi di essere in un posto sicuro, da cui poter andarsene con facilità o avere almeno, nell’evenienza, la possibilità di chiamare i soccorsi.

3° giorno: Routes Des Grandes Alpes, Gorges du Cians e Gorges de Daluis, Lac de Sainte Croix (200 km)

Gorges du Cians e Gorges de Daluis

Le Gorges du Cians si stagliano ripide fra Beuil e la valle del Var, formando quasi una galleria di sculture naturali, dovute  all’erosione delle rocce rosse e del calcare da parte del fiume Cians. La strada che le attraversa per circa 25 km si infila tortuosa tra le alte pareti rossastre, mentre a valle il fiume scorre impetuoso, creando un caratteristico paesaggio tra cascatelle e piccoli canyon.

Le Gorges du Daluis  sono gole scavate dal fiume Var, le cui rocce, a base di argilla, sono di un sorprendente color rosso scuro. La strada, di una decina di km, si snoda quindi tra alte pareti rossastre e attraversa una serie di tunnel scavati all’inizio 1900, un tempo usati da una ormai dismessa linea ferroviaria. A monte della gola troviamo il Ponte della sposa, un tempo chiamato il Ponte del Tram, e infine la “guardiana della gola”, una singolare roccia a forma di testa di donna.

Obiettivo della giornata è arrivare al Lac de Saint Croix prima di sera, attraversando la Route des Grandes Alpes. In questo primo tratto di strada il paesaggio si presenta montuoso e verdeggiante, la strada è sinuosa e divertente, e raggiungiamo senza alcuna difficoltà il Col de La Couillole.

Attraversato il Col de La Couillole scendiamo verso Touet sur Var percorrendo le curve della straordinaria strada panoramica incastonata tra le rocce rosse vivo delle Gorges du Cians  e il tumultuoso fiume Cians, immergendoci in un incredibile contrasto di colori. Non ci facciamo naturalmente  sfuggire le altre fantastiche Gorges du Daluis, gole scavate dal fiume Var, con e sue pareti possibilmente ancor più rosse e i suoi numerosi tunnel. Per poterle ammirare appieno, le abbiamo percorse in entrambe le direzioni, dato che in alcuni punti la strada si divide in due in base al senso di marcia, passando una dentro a un tunnel e l’altra all’esterno, offrendo appunto paesaggi diversi, da non perdere.

La direzione obbligata è poi quella per Castellane, considerata la porta delle Gole del Verdon, per arrivare finalmente al lago di Sainte Croix.

Ormai è tardi, complice la stanchezza e il senso di marcia non favorevole alla visuale del fiume, rimandiamo all’indomani soste e foto.

Scegliamo di pernottare in un piccolo ma graziosissimo campeggio, immerso nella natura, evitando quelli più caotici che offrono magari più servizi, ma che snaturano la nostra voglia di tranquillità e pace dettata dal paesaggio che ci spetta domani.

SCHEDA TECNICA – Gorges du Cians

  • Lunghezza percorso

    25 km

  • Strada

    Curve facili, ma la strada richiede attenzione causa buche e facilità a distrarsi guardando il paesaggio

  • Fondo stradale

    Asfalto con qualche buca

  • Difficoltà

    Bassa

Tips

Con stupore scopriamo che la reception dei campeggi chiude abbastanza presto (tra le 17.00 e le 18.00) e per noi, cronici ritardatari, si è rivelato un po’ un problema trovare campeggi che ci permettessero di entrare a tarda ora (19.30-21.00)

4° giorno: Gole del Verdon (120 km)

Gorges du Verdon

Le Gole del Verdon, situate nell’alta Provenza in Francia, costituiscono il canyon più grande e spettacolare d’Europa, il secondo dopo il Grand Canyon negli Stati Uniti, con i suoi 21 km di lunghezza, 700 m di profondità e una larghezza che varia tra 10-100 m sul fondo e 200-1500 m in cresta. Il Verdon, il fiume che lo ha modellato, scorre sul fondo con le sue acque di un color turchese intenso, creando un forte contrasto con la vegetazione selvaggia e la colorazione chiara delle rocce, il che rende il paesaggio unico nel suo genere.

Le gole del Verdon diventano così una delle mete più ambite da parte dei motociclisti, che vi giungono da tutta Europa, se non addirittura dal resto del mondo.

Finalmente siamo arrivati alla meta principale del nostro viaggio! Non che i paesaggi precedenti ci abbiano delusi, anzi, ma ricordiamo che l’idea originale che ci ha spinti ad affrontare il nostro viaggio era proprio quella di visitare le famose Gole del Verdon.

Voglio vedere con i miei occhi quel fantastico color, hum, ottanio (color Donneinsella?) del fiume Verdon che ho sempre visto nelle foto di siti e riviste. Ci rechiamo di prima mattina al Pont du Galetas sul lago di Saint Croix, e facciamo assolutamente le foto di rito.

Poi prendiamo la moto e imbocchiamo la strada che costeggia il fiume Verdon, semplice da percorrere e costellata da piazzole di sosta per poterne ammirare la maestosità. Vale quindi la pena assaporare il paesaggio con una andatura decisamente turistica, facendo attenzione a eventuali sassi che, a volte, si staccano dalla parete e finiscono sulla strada.

Poi, tra gli itinerari possibili, seguiamo quello indicatoci dal personale del campeggio, che ci assicura essere il più panoramico:

Dal Pont du Galetas percorriamo la Route de Castellane (D952) in direzione La Palud Sur Verdon, cioè il primo tratto di quella che viene definita la Route des Gorges; lo abbiamo già percorso ieri in direzione opposta, ma tenendo ora il Verdon sul lato destro rispetto alla nostra direzione, gli scorci sul fiume sono decisamente meglio visibili, grazie anche alle piazzole di sosta presenti solo da questo lato.

All’altezza de La Palud Sur Verdon deviamo verso destra per la D23 e percorriamo in senso orario l’anello della Route des Cretes (anche qui il verso è importante sia per una migliore visuale che per la presenza di un tratto a senso unico): 23 km di strada, non molto ampia, che si arrampica velocemente con i suoi tornanti fino in cima alle creste e ci offre le più spettacolari vedute del canyon. Qui ci incantiamo a osservare il volo di quelli che inizialmente credevamo essere aquile e che poi scopriamo essere invece dei Grifoni, della famiglia dei Condor!

Scendendo lungo la Route des Cretes costeggiamo un altro ramo del Verdon, forse ancora più imponente, mentre i grifoni continuano a volare sopra di noi.

Osserviamo che nella parete del canyon sul lato opposto sono presenti dei fori. Più tardi passeremo proprio all’interno del tunnel (Tunnel du Fayet) i cui fori si riveleranno essere delle terrazze da cui continuare ad ammirare la maestosità del canyon.

Ritornati alla Palud Sur Verdon riprendiamo a percorrere la Route de Castellane (D952) (Route des Gorges) direzione La Castellane senza raggiungerla, deviando invece verso destra all’incrocio con la D955, per percorrere un altro tratto emozionante chiamato Route de la Corniche Sublime, attraversando il Pont de l’Artuby e il Tunnel du Fayet, i cui fori erano visibili scendendo dalla Route des Cretes, sulla parete di fronte.

SCHEDA TECNICA – Route des Gorges

  • Lunghezza percorso

    35 km

  • Strada

    strada abbastanza semplice

  • Fondo stradale

    Asfalto buono, possibile presenza di sassi

  • Difficoltà:

    Nessuna

SCHEDA TECNICA – Route des Cretes

  • Lunghezza percorso

    24 km

  • Strada

    Strada stretta, salite ripide, tornanti

  • Fondo stradale

    Asfalto con qualche buca

  • Difficoltà:

    Richiede dimestichezza con i tornanti

SCHEDA TECNICA – Route de la Corniche Sublime

  • Lunghezza percorso

    50 km

  • Strada

    Strada abbastanza semplice

  • Fondo stradale

    Asfalto buono

  • Difficoltà:

    Nessuna

Tips

Il lago meriterebbe un giorno di sosta, sia per relax sia per le attività che esso offre (gite in barca a pedali o elettriche, canoa, kayak, rafting, canyoning, arrampicata, parapendio ed escursionismo, …)

5° giorno: Parc du Luberon- Strada della Lavanda – La route de l’Ocre – Roussillon – Valle dell’Ocra – Camargue (240 km)

Strada della lavanda - Roussillon

Superato a nord il lago si Saint Croix inizia la famosa Route de lavande, che da fine Giugno/primi di Luglio risulta immersa nel viola dei fiori di lavanda, coltivati ovunque. Da Vallensole ci si addentra nel Parc du Luberon, costellato da antichi borghi arroccati quali Monosque, Cerste, Bonnieux, Menerbes, Lumieres e Gordes, non lontano dal quale troviamo la scenografica Abbazia di Senanque.

Lungo la strada della lavanda, tra le molteplici meritevoli tappe troviamo il borgo di Roussilion, che deve la sua fama agli estesi giacimenti d’ocra che lo circondano. Questo angolo del Luberon è una esplosione di colori. Lungo il Sentiero delle Ocre troviamo tutte le sfumature di gialli, rossi e arancioni nelle terre e nelle rocce che compongono la valle delle Fate e le falesie dei Giganti. Per visitare questa valle ci sono due sentieri, previo biglietto, uno da 30 minuti e uno da 60 minuti, che vi guideranno all’interno di questa natura dai colori sosprendenti.

Attraversiamo il Parc du Luberon nell’alta Provenza percorrendo quella che viene definita Strada della Lavanda: siamo in anticipo sulla fioritura della lavanda, che è al suo massimo splendore nel mese di Luglio, ma la natura ci offre lo stesso un bel paesaggio fiorito.

In realtà questo itinerario offre oltre alle evidenti bellezze naturalistiche anche una costellazione di paesini arroccati su creste rocciose, con caratteristiche case in pietra. Tra questi merita assolutamente una visita il villaggio di Roussillon, considerato fra i più belli di tutta la Francia.

Roussillon si trova in un tratto di strada definito la La route de l’Ocre, che con i suoi colori giallo, rosso e arancio viene chiamata anche Colorado di Provenza. I colori delle case qui imitano i colori della Valle dell’Ocra. Noi ci siamo fermati un paio d’ore, un’ora almeno per visitare, a pochi euro, la Valle dell’Ocra appunto, con le sue incredibili coste rocciose a picco (falesie) e i suoi pinnacoli, che grazie alla presenza di ossido di ferro, si presentano di color rosso vivo.

SCHEDA TECNICA – Strada della lavanda

  • Lunghezza percorso

    240 km

  • Strada

    In pianura o quasi

  • Fondo stradale

    Asfalto ottimo

  • Difficoltà

    Nessuna

Tips

Per vedere la lavanda in fiore è bene recarsi in Provenza nel mese di Luglio, facendo magari una sosta per fotografare l’Abbazia di Senanque, abbazia cistercense completamente “immersa” nei camp di lavanda.

Volendo completare il “tour delle ocre” merita una visita il borgo di Rustrel con il suo Colorado Provenzale, e Les mines de Bruoux , vicino al paesino di Gargas, l’ultima cava di ocre ancora attiva in Europa, visitabile con guida per i primi 650 m su 40 km di estensione!

6° Giorno: Camargue, costa Sainte-Croix (135 km)

Camargue

Il Parco Regionale della Camargue è una vasta pianura formata dal delta fluviale del fiume Rodano che si getta nel Mar Mediterraneo. Si tratta del più grande delta fluviale d’Europa, che si estende su un’area di 930 km2 , di cui un terzo è costituita da lagune di acqua salata e paludi coperte da canneti, risaie e stagni separati da spiagge di sabbia o aree coltivate. Insomma, un immenso parco di natura selvaggia e incontaminata, popolato da una moltitudine di specie di animali e d’uccelli, tra i quali il famosissimo fenicottero rosa, divenuto ormai il simbolo di Camargue.

Siamo nel Parco Regionale della Camargue, circondati da laguna e paludi. Abbandonata l’idea di fare una “toccata e fuga” in Spagna (la notte porta consiglio!) approfittiamo dei preziosi suggerimenti che ci vengono dati dalla proprietaria dell’incantevole B&B in cui abbiamo soggiornato: oltre al Parco Ornitologico di Le Grau-du-Roi,  che purtroppo non riusciremo a visitare per questioni di tempo, ci suggerisce una serie di percorsi naturalistici interdetti alle auto ma non alle moto! Si tratta di tipiche ippovie, stradine sterrate ben manutenzionate, molto semplici da percorrere anche con moto stradali come le nostre. Questa proposta ci piace!

Percorriamo così il perimetro della laguna di Camargue come indicatoci; teniamo naturalmente una bassissima velocità, sia per la stabilità della moto sullo sterrato, e soprattutto per il rispetto verso gli altri visitatori (in bici o a piedi), veramente pochi in questo periodo, e la natura che ci circonda.

Non eravamo preparati a stupirci così: è tutto un susseguirsi di soste per fotografare sorprendenti paesaggi lagunari, ci sono fenicotteri rosa tutt’intorno, cormorani, aironi, trampolieri; scorgiamo stupendi cavalli bianchi correre liberamente lungo le spiagge , ma … cosa sono quegli animali? Mucche? Mucche nere? … Aiuto, i tori!

Rinunciato a malncuore a una passeggiata a cavallo, ci dirigiamo verso le Salines di Giraud . Ci troviamo di fronte a una serie di paludi salate la cui acqua è di un intenso colore rosa; si tratta di lagune controllate dall’uomo con una alta concentrazione di sale,  e con la presenza di micro-alghe, che donano questa particolare colorazione all’acqua.

Facciamo un salto alla spiaggia Beauduc e di Piémanson , una delle ultime spiagge completamente selvagge in Francia, una vasta distesa di sabbia che si allunga per diversi chilometri bordata da stagni costieri .  A causa del vento forte, questa zona è rinomata anche per il kitesurf. Fino all’estate 2015 in questa spiaggia veniva praticato il camping selvaggio, durante il quale si potevano vedere moto circolare direttamente sulla sabbia. ora la circolazione dei veicoli motorizzati lungo la punta del Sablon, in direzione del faro, è stata vietata e sono tollerati solo i bivacchi.

Siamo arrivati ormai a fine giornata,  avendo fatto il pieno, non di chilometri, ma sicuramente di bellezze naturalistiche. Ci dirigiamo verso Marsiglia, con l’idea di fermarci in un camping qualche km prima della città. Evitiamo di ripassare per Arles aggiungendo una ultima particolarità alla giornata, attraversando il fiume Rodano con il ferry Bac de Barcarin.

SCHEDA TECNICA – Camargue

  • Lunghezza percorso

    75 km

  • Strada

    In parte sterrata e in parte asfaltata

  • Fondo stradale

    Asfalto e semplice sterrato in buone condizioni

  • Difficoltà

    Sterrato semplice anche per moto stradale

Tips

Avendone il tempo, vale la pena visitare (a piedi) il Parco Ornitologico di Le Grau-du-Roi , un parco di 60 ettari in cui si possono ammirare tantissime specie selvatiche ed uccelli migratori totalmente immersi nel loro ambiente

7° Giorno: Sainte Croix – Marsiglia – Cassis – Route de Cretes – La Ciotat (80 km)

Route de cretes

La Route des Crêtes è l’emozionante strada panoramica che collega, con i suoi 15 km di curve a strapiombo sul mare, i caratteristici paesini di Cassis e La Ciotat, percorrendo la più alta scogliera d’Europa, dominata dal promontorio di Cap Canaille , con i suoi 399 m.s.l. .Questa strada offre punti di vista spettacolari sul Golfo di Cassis e sui Calanchi da una parte, e sulle falesie di roccia calcarea rossastra dall’altra. Il punto più alto è la Grande Tête, a 394 metri sul mare, da cui si ammira una meravigliosa vista sul Mediterraneo.

Cassis è un graziosissimo paesino caratterizzato dal classico porticciolo di pescatori, con le sue casette color pastello che si affacciano sul mare e le barche da pesca ormeggiate proprio lì sotto.

La Ciotat è una cittadina non ancora troppo turistica situata nel golfo di Amur, dotata di un importante porto commerciale ma che conserva comunque un fascino retrò.  Una curiosità: qui i fratelli Lumière hanno girato il loro primo filmato.

Ancora una volta ci ritroviamo a cercare dove dormire che è già il tramonto e, nonostante i numerosi campeggi presenti nella zona del nostro arrivo, troviamo  tutte le reception chiuse. Grazie alla barista dell’ennesimo campeggio visitato che gentilmente ci fa entrare, finalmente riusciamo a piazzare la tenda!

Al mattino ci svegliamo al rumore degli scoiattoli che corrono da un albero all’altro della pineta indisturbati. Ci accorgiamo solo ora del bellissimo paesaggio che ci circonda: siamo giunti alla Plage de Sainte-Croix,  lungo la Côte Blue, la Costa Blu, 20 km di spiagge, insenature e mare cristallino che si estendono da Martigues fino a Marsiglia. Una colazione sugli scogli e un bagno nel blu del mare che ci circonda non ce li toglie nessuno!

Oggi vogliamo percorrere la Route de Cretes, che collega i paesini di Cassis e de La Ciotat, tramite 15 km di strada in cima ad alte scogliere a strapiombo sul mare con dei panorami da brivido!

Ci dirigiamo verso Cassis, attraversando Marsiglia tramite la statale, passando per il porto. L’idea di fermarci qui, anche solo per una sosta, non ci sfiora nemmeno. Le strade sono sporche, piene di immondizie, si vedono clochard che spingono carrelli della spesa pieni di cianfrusaglie, come nelle peggiori periferie dei film americani, ubriachi che attraversano pericolosamente la strada, macchine che superano a destra e a manca, scooter che zigzagano tra il traffico. E stranamente, in tutta questa confusione, nessuno che suona il clacson … Non è la Francia a cui mi sono piacevolmente e velocemente abituata nei giorni scorsi.

Dopo oltre due ore riusciamo a superare il traffico e andiamo a disintossicarci nel bel paesino di Cassis, mangiando un gelato lungo il caratteristico porticciolo di pescatori, con le sue casette color pastello affacciate sull’acqua. Siamo nella estremità occidentale della Costa Azzurra, e la cosa si nota anche dai prezzi (8 euro per 2 palline di gelato!).

Ripartiamo da Cassis e finalmente saliamo per Route des Crêtes per ripidi tornanti, percorrendo chilometri di curve in cima alla scogliera a strapiombo sul mare. Grazie alle immancabili piazzole di sosta possiamo fermarci ad ammirare in sicurezza il paesaggio un panorama indimenticabile.

Superato il punto più alto della scogliera scendiamo verso La Ciotat, altro paese portuale che meriterebbe una visita. Ma siamo già al tramonto, e dovremmo aver imparato la lezione  … 😉

SCHEDA TECNICA – Route des Crêtes

  • Lunghezza percorso

    15 km

  • Strada

    Asfaltata, con tornanti

  • Fondo stradale

    Asfalto in buone condizioni

  • Difficoltà

    Richiede capacità di guida su tornanti, ma nulla di particolarmente difficile

Tips

Percorrendo i tornanti della Route des Crêtes  è bene fare attenzione ai mezzi che sopraggiungono dal lato opposto, soprattutto pullman, che spesso rischiano di invadere la nostra carreggiata, ma anche a quelli nello stesso senso di marcia, che si possono fermare all’improvviso o parcheggiare in posti improbabili mettendo a rischio la nostra incolumità

8° e 9° Giorno: La Ciotat, Ventimiglia (300 km) – Santa Margherita Ligure, Portofino e rientro (620 km)

Costa Azzurra

La Costa Azzurra è uno dei luoghi più belli della Francia, bagnata da un azzurro Mediterraneo e circondata da una natura a volte inaspettata.

Oltre alle note mete turistiche come Nizza, Cannes, Montecarlo e Saint Tropez, la Costa Azzurra offre la possibilità di ammirare splendidi paesaggi percorrendo in moto strade sia lungo la costa ( D559) che le curve e i dislivelli del Massiccio dell’Esterel (DN7), le cui pareti, dalle sfumature rosso ocra, contrastano i colori della vegetazione e con il profondo blu del mare. D’obbligo una sosta, tra una piega e l’altra, a Pointe de l’Obsetvatoire, con le sue vedute infinite sul Cap Roux.

L’obiettivo del giorno è attraversare la Costa Azzurra, con la sua Saint Tropez, Cannes, Nizza, Principato di Monaco, ma soprattutto non vediamo l’ora di percorrere la famosa D559, la stretta e tortuosa strada a picco sulla costa, circondati solo dal blu del mare, dall’azzurro del cielo e dal rosso delle rocce.

E invece niente. Nebbia fitta sulla costa. Proviamo con l’entroterra. Pioggia. Il tempo passa e dobbiamo avvicinarci all’Italia entro sera. Domani si rientra. L’unica scelta ormai è l’autostrada. Coda ai caselli. Pioggia. Tensione. Noia.

Ma la mente va subito ai bei paesaggi visti in questi giorni. E torna il sorriso.

Giungiamo finalmente in Italia che è ormai sera dopo una giornata intera in moto e soli 300 km percorsi, pernottando in una locanda con ottima cucina vicino a Ventimiglia. E ci consoliamo così …

È arrivato il giorno del rientro. Nonostante ci spettino più di 600 km, e l’autostrada prometta coda, non ci facciamo mancare una spaghettata di pesce a Santa Margherita Ligure e una corsa a Portofino ad ammirare Yacht di dimensioni esagerate e dalle  forme bizzarre come sottomarini, con elicotteri come tender sul ponte!

*** conclusioni ***

Tips

Il sistema di pagamento del pedaggio autostradale  in Francia mi risulta incomprensibile. Si paga ad ogni tratta.(E si fa coda ai caselli per ogni tratta!)