HONDA AFRICA TWIN 1100
I restyiling non sono mai piacevoli: ti fanno sentire vecchio e soprattutto non sono come l’originale. Deludono sempre.
Con questo spirito mi approccio a provare due varianti della nuova Honda Africa Twin 1100: la versione BASE e la ADV Sports.
Per entrambe l’estetica è accattivante, la versione 2020 si mostra subito più snella delle precedenti: la sella stretta alle cosce ma ampia nella porzione posteriore è comoda da seduti e permette di toccare terra anche per chi, come me, gode di scarsi 166 cm di altezza.
Il telaio stretto, ma il serbatoio ampio, danno la sensazione di avvolgere saldamente i 102 cavalli, docili ma potenti. Il manubrio ampio da sicurezza.
Tutto questo si evidenzia al primo semaforo, quando, in attesa del verde, gioco a non appoggiare i piedi per terra: sorprendentemente bilanciata.
La versione BASE ha un serbatoio da 18,8 litri e 102 cv, il cambio è il classico a pedale e frizione, come ai bei vecchi tempi. 226 kg di moto: agile e brillante.
L’agilità è percepibile sia nelle manovre in città sia sui tornanti. Il cambio è rapido e silenzioso: forse potrei cambiare anche senza frizione.
Accidenti, mi sono dimenticata che è la versione nuova di un vecchio modello e mi sono innamorata del restyling. Ma non doveva essere deludente?
Mi butto sulla ADV.
Forse la tecnologia moderna deluderà una motociclista vecchio stile come me.
Questa nuova versione monta il DCT (Dual Clutch Trasmission): nooo… il cambio automatico nooo (sentenzio dentro di me) mentre Stefano, della concessionaria di Brescia, mi spiega ben benino tutto il po po di automatismi ed assestamenti che il computer mi può dare, io intanto non lo ascolto, ho già memorizzato tutto quando ho guidato il modello L1, la strumentazione è uguale.
Pulsantiera di sinistra
- 4 setting di guida predefiniti: giro turistico, fuori strada, urbano e ghiaia (questo lo devo assolutamente provare)
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2 setting personalizzabili (utente 1 e 2)
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potenza del motore
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controllo di trazione
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anti impennamento
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ABS
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sospensioni
Pulsantiera di destra
- tasto per passare dal cambio automatico al sequenziale
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tasto per mettere la moto in neutral
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tasto per le sospensioni che sono regolate elettronicamente (1 o 2 persone, con o senza valigie)
Il serbatoio sale a 24,8 litri e con lui il peso arriva a 248 kg ma la potenza resta uguale (102cv), come l’altezza della sella da terra. L’aumento del peso non cambia l’agilità, ne tanto meno il bilanciamento in surplace ai semafori o nel traffico cittadino.
La testo sui tornanti: faccio fatica con il cambio automatico, quando vuole cambiare lui non è quando voglio cambiare io.
Ok è arrivato il momento di usare il cambio sequenziale. Quelle due levette poste alla manopola sinistra hanno solleticato la mia curiosità fin da subito.
INDICE aumenti la marcia
POLLICE scali
FANTASTICO: mi sento un pilota di formula 1
Il cambio è preciso e senza strappi, non si sente nemmeno l’inserimento della nuova marcia, semplicemente la moto è pronta e reattiva come la desidero io ed in più, la stabilità sulle pedane è aumentata: non mi devo occupare del piede sinistro, poiché la leva del cambio è alle dita.
100 km di test sono più che sufficienti per imparare ad usare perfettamente tutta la strumentazione anche senza guardare i tasti.
Ma sapete quale è stata la chicca più bella? La notte si accende una luce supplementare che illumina l’interno curva ogni volta che pieghi e si spegne quando raddrizzi.
Inoltre l’abbagliante, se ti avvicini troppo al mezzo che ti precede, si abbassa da solo.
Non è fantastica la tecnologia?
Ah… dimenticavo… il setting GHIAIA ti mantiene stabile in quelle situazioni dove non sai mai quanto frenare e quanto accelerare: in fondo non siamo mica tutti Tony Cairoli!! 🙂
Ringrazio la città di Brescia per gli splendi scorci
Gli amici per la bella passeggiata nella valle del Brenta
ed il fotografo Michele Bianchi: mi son sentita una modella (che fatica!)
Miriam Orlandi