Consiglio l’esperienza di Chica Loca a tutte le ragazze che hanno voglia di mettersi in gioco, che amano tanto i motori quanto la natura, che sono curiose e vogliono conoscere nuove culture, che non si perdono d’animo, ma sanno reagire con forza e determinazione davanti alle difficoltà! 

Sicuramente alcuni consigli pratici che potrei dare sarebbero quelli derivati dai miei errori!

Non partite con bagagli troppo carichi, perché ogni giorno dovrete disfarli e rifarli, nonché portarli in spalla ogni mattina e ogni sera dai mezzi dell’organizzazione, fino alle stanze d’albergo, non sempre vicinissimi fra loro. La prossima volta partirò solo con 3 magliette e cambi solo di mutande e calzini.

E’ importante avere sempre un piccolo kit medico per eventuali malesseri, dal paracetamolo per la febbre, ad un antidiarroico e antibiotico in caso di infiammazioni batteriologiche.

Delle spille da balia serviranno a fissare i pettorali sull’abbigliamento e del nastro americano (non nero) e una penna saranno indispensabili per fissare sulla moto e tenere monitorati i CO (Controlli Orario) da rispettare durante la tappa giornaliera.

Qualche barretta energetica potrà sempre essere d’aiuto nei momenti di maggiore spossatezza, soprattutto quando ci si ritrova in mezzo al nulla senza più un briciolo di energia, e chiaramente rifornirsi sempre di acqua perché durante un’attività così lunga sarà importantissimo mantenersi sempre ben idratate.

Una giacca antipioggia sarà utile sia in caso di precipitazioni, che in caso di bruschi cali di temperatura. Sarà d’aiuto anche raggiungere una buona forma fisica con dell’esercizio e del rafforzamento muscolare prima della partenza.

 

Durante questo Chica Loca abbiamo realizzato che la cultura marocchina è estremamente varia, ed abbiamo saputo apprezzare vari aspetti della sua storia, delle origini berbere, l’architettura, l’arte e tutti le ricchezze di questo sensazionale Paese, tutto che si rifletteva nella sua gastronomia.

La cucina marocchina infatti vede una mescolanza di aromi e profumi variegati, dolcissima frutta, carni, verdure e l’uso di un’infinità di spezie, da cui emerge chiaramente l’influenza di tradizioni berbere, arabe e mediterranee nel corso del passato e del presente.

Le nostre giornate cominciavano con degli ottimi e sempre presenti Msemen, delle specie di crȇpes quadrate, croccanti fuori e soffici dentro, che arricchivamo di gustosi mieli e confetture e accompagnavamo con dell’immancabile tè alla menta.

Per la cultura marocchina lo spettacolare rituale del tè ha un importante significato di ospitalità, condivisione e di rispetto.E un gesto così significativo e lusinghiero, non si poteva certo rifiutare, anche a rischio di non riuscire a prendere sonno la sera per la troppa teina!

Durante le lunghe tappe giornaliere spesso i nostri pranzi erano colorati pic-nic,  ma la sera era il momento per assaporare appieno la cucina locale, ed anche se pareva mangiassimo sempre zuppa, carne e couscous, in realtà ogni giorno scoprivamo nuovi sapori.

Era tutto molto gustoso: l’olio di oliva, la frutta, fresca o secca (arance e datteri in primis, soprattutto nei pressi dell’oasi di Aguinane, un posto magico), le carni cucinate semplicemente alla brace su dei lunghi spiedini di metallo (Brochettes) accompagnate da insalate berbere di verdure fresche saporitissime.

Insomma, è stato un viaggio anche per i nostri palati, un’avventura sensoriale che lascerà il segno.